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Nema per tutti tutti per nema

Dopo qualche mese di silenzio torna “Ti dico di me”. La persona che si presenterà a voi oggi è una di quelle che quando le presenti usi la frase “siamo cresciute insieme”, che a volte a sentirla sai bene che significa solo che avete la stessa età e avete frequentato le stesse scuole, ma in questo caso no.

Siamo creciute una accanto all’altra. Stesso pianerottolo, stesse origini, una famiglia intrecciata.

Poi si “cresce insieme”, finché gli interessi e le scelte professioni in un qualche modo ti privano del tempo che usavate per giocare in giardino, andare in piscina, scaricare illegalmente musica al pc e creare il vostro myspaces.

Oggi Maria Pia Nero è una donna, con esperienze di vita che vanno oltre oceano e una carriera lavorativa ben ingranata.

Presentati, chi è Maria Pia Nero e perché oggi parli a “Ti dico di me”.

Chi è Maria Pia Nero? Ma partiamo malissimo, questa domanda è difficilissima. Posso provare a spiegare chi sono attraverso il mio percorso formativo?

Richiesta accolta. Riproviamo, cosa è successo a Maria Pia Nero negli anni?

Questa forse mi riesce meglio… Dopo le scuole dell’obbligo ho iniziato la Scuola cantonale di Commercio a Bellinzona, terminata ho deciso di partire per l’Australia per fare un’esperienza diversa, imparare una lingua internazionale e per conoscere nuovi posti e nuove persone.

Al ritorno dall’Australia ho deciso di intraprendere la scuola di contabile federale che si faceva la sera e nel frattempo lavoravo a Lugano per una fiduciaria per 7 anni.

Ma terminata la scuola non ero soddisfatta ed ero praticmaente convinta che non fosse il lavoro per me.

Per 3 anni ho lavorato quindi per un’azienda, a Castione, dove oltre al lato contabile ho potuto apprendere cosa significa avere e gestire un’azienda, sotto ogni aspetto.

Arriva il covid e decido di fare la scuola di esercente. Ero curiosa di capire e imparare cosa significasse seguire altre dinamiche rispetto un’attività come questa, a partire ad esempio delle norme di igiene, di cui praticamente non sapevo niente.

Quest’esperienza, la pandemia e la famiglia mi hanno fatto capire l’importanza e il valore del tempo.

Sembra una frase fatta e forse un po’ è anche vero, ma è la realtà dei fatti, non abbiamo nulla di più impotrante e ogni secondo trascorso è qualcosa che non riavrai più. Quindi… perché sprecarlo solo lavorando? Perché approfittare di ciò che abbiamo per lavorare al solo fine di avere un guadagno?

Così ho deciso di rendermi padrona del mio tempo calibrando bene quali dovessero essere le mie priorità e i miei bisogni.

Chi volevo aiutare? A chi volevo essere utile? Quale poteva o doveva essere la mia impronta nel mondo del lavoro? L’esperienza mi ha insegnato che sono le piccole aziende ad avere bisgno di una mano, soprattutto dal punto di vista contabile. Così ho preso la mia decisione: apro una fiduciaria, tutta mia, aiuto chi ha bisogno e do al mio tempo il valore che voglio, quando voglio. Ed ecco come è nata NeMa.


Non hai saputo dirmi chi è Maria Pia Nero, ma da queste poche parole capiamo che è una persona curiosa, matura, introspettiva, sensibile, attiva, intelligente, caparbia e motivata. Aggiungiamo qualcosa?

Il minimo indispensabile; ho 28 anni, vivo a Castione, ho tante passioni e troppe cose che ancora voglio scoprire e sperimentare.

Quindi, cosa significa NeMa, ma soprattutto cosa significa per te?

Iniziamo dicendo che NeMa è una fiduciaria. NeMa è un nuovo punto di partenza. Sono le iniziali del mio cognome e del mio nome, proprio per renderla completamente mia. Ci tengo a precisare una cosa, che per me, visto anche il discorso fatto prima sul tema del tempo, è di fondamentale importanza.

NeMa per me non significa “lavori in proprio e quindi devi lavorare al 200%”, NeMa per me deve essere un’opportunità. Non ho grandi aspettative, ho degli obiettivi, che spero di raggiungere ad un anno dall’apertura. Ho una filosofia professionale che sta alla base della mia filosofia di vita: sono padrona del mio tempo.

Quindi NeMa per me significa questo.

Ma questo cosa significa nel pratico? Come gestisci il tuo tempo quando sei sul campo? Insomma, cos’ha di diverso NeMa rispetto a tutte le altre fiduciarie?

Sarò ripetitiva, ma torniamo sempre lì: il tempo. NeMa offre, a differenza di altre fiduciarie sul territorio, una serie di pacchetti di prestazioni, quindi io non fatturo ad ore. Fatturo il contenuto del mio lavoro e non il tempo che ci metto. Quando parlo di valorizzare il tempo intendo che lo prendo e lo sfrutto al massimo per conoscere il cliente, la sua idea, i suoi progetti, lo uso per creare rapporti umani che vanno oltre ai numeri. Il tempo che mi prendo per ascoltare, capire i bisogni e dargli voce sotto l’esigenza aziendale non ha prezzo.

Ecco cosa fa NeMa che gli altri non fanno: ti accompagna e si prende il tempo per farlo.

Aggiungerei una parte importante, il concetto di TRASPARENZA nelle procedure. Ho 28 anni quindi so di non aver ancora maturato un’esperienza sufficiente per spaziare in ogni campo, ma sono molto cosciente dei miei punti di forza e dei miei limiti. Se un cliente ha una necessità che non riesco a soddisfare personalmente ho la fortuna di avere delle persone accanto a me (esperti fiduciari) a cui posso appoggiarmi in ogni momento.

E voglio assicurare in un futuro, che se mai un giorno NeMa dovrà avere dei “dipendenti” anche quest’ultimi potranno gestirsi il loro tempo e dargli il valore che merita. E credo che anche questo sia fondamentale nella descrizione della mia fiduciaria. Non esisterà, nel mio ufficio, un dipendente che inizia alle 8:00 e finisce alle 17:00. Esisteranno delle scadenze e la totale libertà di gestirle.


Allora perché la scelta di localizzare la propria fiduciaria in un ufficio murato nel centro di Bellinzona?

È importante permettere ai clienti di fidarsi della mia presenza fisica. Rende reale e credibile quello che fai. Soprattutto nei primi contatti il cliente ha bisogno di un luogo che ti rende ai suoi occhi una persona responsabile, capace e con i mezzi necessari alla funzione, perché quella persona ti sta affidando qualcosa che gli permette di vivere, di arrivare a fine mese e di realizzarsi.



Cos’ha bisogno NeMa per il suo esordio?

NeMa ora non ha grosse esigenze, ma so che è il mondo del lavoro ad aver bisogno di qualcosa di importante: ci vogliono giovani pronti al rischio, pronti a buttarsi. La paura di fallire a livello economico non deve bloccare il sogno di realizzarsi, di portare qualcosa di nuovo, e vorrei un mondo pieno di persone così. All’inizio non servono grandi capitali, serve qualcuno che crede in te, ti sostiene e ti accompagna.

Cos’è stato fondamentale per te quando hai intrapreso questo percorso?

La mia famiglia. Non sarò mai grata abbastanza ai miei genitori, a mio fratello e ai miei amici.

Come dicevo prima ci vuole coraggio, ma ci vuole anche chi crede in te. I miei genitori mi hanno sempre sostenuta, in tutto e per tutto, non hanno mai messo in discussione ciò che dicevo, non mi hanno mai tappato le ali. Qualsiasi colpo di testa io abbia avuto vi hanno sempre assecondato. La loro sicurezza e la loro fiducia nei miei confronti a permesso anche a me di crederci.

I miei genitori sono un porto sicuro, anche se avessi fallito loro sarebbero stati in grado di farmene uscire da vincente. Perché da loro ho imparato che se hai il coraggio di provarci fai già parte dei vincenti.

Devo tanto anche al mio gruppo di amici, con cui ho costruito amicizie solide, rare e preziose. Ci facciamo il tifo a vicenda…è come avere dietro alla NEMA un esercito di capi ultras.

NEMA è un po’ di tutti loro.


Siamo quasi alla fine, quindi, chi ha bisogno di NeMa dove la trova?

I canali social in cui mi trovate con facilità sono Instagram e Linkedin, inoltre ho un sito che chiarisce tutti i pacchetti offerti. Cosa importante: sul sito trovate tutti i servizi e i pacchetti che offro, con una panoramica precisa dei prezzi.

Spero presto di sbarcare anche su facebook per aumentare la mia rete di clientela.

Gli appuntamenti conoscitivi e informativi sono gratuiti.



Abbiamo finito, vuoi aggiungere qualcosa?

Si, faccio come quelli dei programmi televisivi. Colgo l’occasione per salutare la mia famiglia allargata, la mia famiglia ristretta, e tutti quelli che con un piccolo passaparola stanno facendo conoscere la realtà della mia piccola NeMa.

Si conclude così, un’intervista carica di nuovi punti di vista. Una nuova prospettiva della “donna in carriera” (che a me e all’intervistata piace poco). Uno spunto questo che dovrebbe permettere ad ognuno di noi di farsi carico delle proprie competenze personali, delle proprie esperienze e delle proprie conoscenze per costruirsi un mondo in cui essere fieri di chi si guarda allo specchio, e degli abiti che si indossano.

Da parte mia, a quella piccola grande donna cresciuta nel mio stesso pianerottolo dico di non smettere mai durante la sua crescita di mantenere quello spirito libero da bambina che la rende un’adulta migliore.




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