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Deficit di buoni propositi


Non sono una da buoni propositi. Non lo sono mai stata. Le poche volte che ho provato a stipulare una lista di “obiettivi” da raggiungere è finita con una fase ansiosa-depressiva causata dal totale fallimento di quelle poche aspettative. E quindi da anni vado avanti per inerzia, un passo alla volta, convincendomi del fatto che “è destino” “succede quando deve succedere” “doveva andare così”, e questo non mi fa passare l’ansia, ma almeno non accumulo una serie incontrollata e infinita di insuccessi. Ognuno trova la strada più comoda e meno dolorosa per convivere con sé stesso, io in questa ci cammino benissimo.


Ma ieri guardavo la neve, era l’8 dicembre, e io volevo decorare la casa con la gioia del Natale e mi sono resa conto che il Natale a cui ero abituata e che tanto mi piaceva, non esiste più. Di chi è il fallimento in questo caso? Della società? Del Tempo? Della sua commercializzazione? Della pandemia? Deve per forza essere colpa di qualcuno? Sta di fatto che anche quest’anno non ho buoni propositi, ma solo bestemmie e speranze. Speranza che il 2022 sia vivibile, meno spaventoso e più cordiale. Ma mentre lo scrivo sapete di cosa mi rendo conto? Questa speranza farà la stessa fine di quelle aspettative deluse. E quindi forse non c’è bisogno di nessuna lista, di nessuna richiesta, ma solo di provare nuovamente a prendere in mano le nostre vite e ricominciare a vivere, smettendola di sopravvivere andando avanti ad un boccone d’aria per volta. D’altronde, ora che ci penso, papà mi dice sempre che “chi di speranza vive, disperato muore”.

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© 2023 by Elisa Varì

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